OLTRE LA MEMORIA, Diario di un figlio

Venerdì 25 Gennaio 21.00
A cura di Egidio Bertazzoni e Giacomo Bertazzoni con la collaborazione di Paolo Valabrega

Testi di
Anna Foa
Nelson Mandela
Desmond Tutu
E.B.

Letture
Anna Bonel e Edoardo Sosio

con
Diana Baucken - clarinetto
Simone Cocina - fagotto
Federico Contino - flauto
Mauro Cozzi - sax  baritono
Sergio Namias - sax contralto
Paolo Valabrega - tromba

Scene
Danilo Marabotto

Luci
Alberto Palumbo

Venerdì 25 gennaio 2013, h.21.00, Spazio laBarca, via Marco d’Oggiono 1 Milano
Ingresso LIBERO con prenotazione OBLIGATORIA al 339.39118621
 

“Quale beneficio scaturisce dalla verità? Come può aiutare a sapere dove e come i propri cari sono stati uccisi o seppelliti?”. Queste parole pronunciate nel marzo 2010 da Winnie Mandela, ex moglie dello storico leader dell’African National Congress e primo presidente nero sudafricano dopo le elezioni dell’aprile 1994, hanno fatto il giro del mondo. Le dichiarazioni di Winnie Mandela colpiscono il più celebre esempio del nuovo modo di affrontare il passato da parte del Sudafrica, dopo decenni di segregazionismo: la Commissione per la verità e la riconciliazione (TRC) …
 La TRC sudafricana venne istituita dal governo di unità nazionale nel corso del processo costituzionale per affrontare quanto accaduto durante l’apartheid: la sua importanza è collegata alla decisione politica di concedere l’amnistia a coloro che avessero fornito una completa descrizione dei crimini commessi, su base politica, tra il 1960 e il 1994. Attraverso i tre uffici (amnistia; violazioni dei diritti umani; riparazioni e riabilitazione), con le dichiarazioni dell’intera società (politici, comunità religiose, settori economici, ecc.) e soprattutto nelle udienze pubbliche, vittime e carnefici si presentarono di fronte ai commissari, al presidente Desmond Tutu e – attraverso i media – dinanzi alla nazione e al mondo. La TRC rappresenta così un’esperienza profondamente ricca e complessa che può essere analizzata da un ampio spettro di prospettive: politica, giuridica, filosofica, religiosa, morale.

Da "il passato che non passa. Il dibattito sulla Commissione per la Verità e la Riconciliazione nella nazione arcobaleno" CARTOGRAFARE IL PRESENTE 19 giugno 2010, di Maria Chiara Rioli

L’evento più clamorosamente “simbolico”, quello che più di ogni altro ha segnato un punto di svolta nel nuovo Sudafrica, è stato forse l’istituzione della “Commissione per la verità e la riconciliazione” (Trc), l’organismo di mediazione politica che ha operato dal dicembre 1995 all’estate del 1998. Voluta da Nelson Mandela e dall’arcivescovo Desmond Tutu, la commissione aveva il compito di accertare e rendere pubbliche le gravi violazioni dei diritti umani emerse dai racconti delle vittime dell’apartheid, garantendo l’amnistia a chi avesse reso piena confessione degli abusi compiuti. Al di là dell’importanza dell’operato della commissione, si può affermare che proprio nei suoi obiettivi principali, – assicurare “un futuro fondato sul riconoscimento dei diritti umani, della democrazia e della pacifica coesistenza … per tutti i sudafricani”, e far sì che il risarcimento dovuto fosse in primo luogo ‘simbolico’, cioè contemplasse in primo luogo l’ubuntu, il riconoscimento dell’altro e della sua dignità umana – la Trc ha rappresentato una sorta di pubblico rito di passaggio da un sistema all’altro, dall’apartheid alla democrazia. Un grande rito catartico cui l’intera popolazione si è sottoposta, bianchi neri e coloured, per la prima volta con pari diritto di parola e dignità, riconoscendo la necessità di “interrogare il silenzio”, di fare i conti con le zone d’ombra più nascoste.

Da Ingrid De Kok "Quel che bisogna sapere del dolore"
 

“È’ possibile che il contrario di oblio non sia memoria, ma giustizia?” Y.H. Yerushalmi
 

PROPOSTE…

Le Pietre d'inciampo (ted. Stolpersteine) sono una iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig in memoria di cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, aperta in diversi paesi europei.

L'iniziativa è partita nel 1995, a Colonia. A inizio 2010 erano installate più di 22.000 "pietre" in GermaniaAustriaUngheriaUcraìnaCecoslovacchiaPoloniaPaesi BassiItalia.

Materialmente, la memoria consiste in una piccola targa d'ottone della dimensione di un sampietrino (10 x 10 cm.), posta davanti alla porta della casa in cui abitò il deportato, sulla quale sono incisi il nome della persona deportata, l'anno di nascita, la data e il luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta, per ricordare chi si voleva ridurre soltanto a un numero. Un inciampo non fisico, dunque, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino.

Anche se la maggior parte delle "pietre d'inciampo" ricordano vittime ebree dell'Olocausto, alcune sono in memoria di persone, gruppi etnici e religiosi ritenuti "indesiderabili" dalla dottrina nazistaomosessuali, oppositori politici, RomSintizingaritestimoni di Geovapentecostali, malati di menteportatori di handicap,

Si accese un aspro dibattito sul fatto che le "pietre" venivano poste davanti al portone di ingresso e il proprietario dell'immobile poteva non sempre gradire l'idea di essere costretto a ricordare ogni giorno le atrocità naziste. A Colonia per esempio una "pietra" fu posta lontana dal portone principale, quasi al bordo del marciapiede. A Krefeld la controversia riguardò il fatto che le pietre ricordavano troppo il periodo quando i nazisti usavano le lapidi delle tombe ebree come pavimentazione per i marciapiedi. Fu raggiunto un accordo: la scelta del luogo dove porre una pietra d'inciampo sarebbe stata subordinata all'approvazione del proprietario della casa e, qualora ci fossero, anche dei parenti delle vittime da ricordare.

Alcune pietre d'inciampo posate a via Santa Maria di Monticelli 67 a Roma furono asportate il 12 gennaio 2012. Pochi giorni dopo si scoprì che l'atto era stato compiuto da un condomino del palazzo di fronte al quale erano state posizionate in quanto "infastidito" dalla loro presenza".
 

Wenn ich an deinem Hause di H. Heine

Wenn ich an deinem Hause
Des Morgens vorübergeh,
So freuts mich, du liebe Kleine,
Wenn ich dich am Fenster seh.

Mit deinen schwarzbraunen Augen
Siehst du mich forschend an:
Wer bist du, und was fehlt dir,
Du fremder, kranker Mann?

»Ich bin ein deutscher Dichter,
Bekannt im deutschen Land;
Nennt man die besten Namen,
So wird auch der meine genannt.

Und was mir fehlt, du Kleine,
Fehlt manchem im deutschen Land;
Nennt man die schlimmsten Schmerzen,
So wird auch der meine genannt.«

Come sono contento (trad. Franco Fortini)

Come sono contento, mia piccola
cara, se alla finestra
ti vedo quando passo
di mattina sotto casa tua.

Quei tuoi occhi bruni, quasi
neri, mi guardano e chiedono:
chi sei, che vai cercando
tu, uomo straniero, ferito?

»Io sono un poeta tedesco
Sanno, in terra tedesca, chi sono.
Se si fa il nome dei migliori
c’è fra quelli anche il mio.

E quello che manca a me, cara,
manca, in terra tedesca, a tanti.
Se si fa il nome dei mali più amari
c’è fra quelli anche il mio.«

 

"Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini." H. Heine

 
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